Se sei entrato in questo articolo sei stato sicuramente incuriosito dal titolo.

Eh, bella la famosa fantasia di mollare tutto e partire per un’isola tropicale dove non ci sono preoccupazioni.

Quante volte avrai detto o sentito la frase “mando tutti a quel paese e parto”?

Noi tante.

E alla fine l’abbiamo fatto!

E ti assicuriamo che all’inzio non è semplice, ma per decidere di compiere un gesto del genere la carica è talmente grande che gli ostacoli più grossi diventano in un baleno piccoli problemi superabili.

Ma cominciamo dal principio.

Il PERCHE’.

Forse è una delle domande che più ci hanno fatto da quando abbiamo preso questa decisione un anno fa. Il perchè della nostra scelta è sempre stato molto chiaro e l’abbiamo alimentato strada facendo nel corso del tempo.

Tutto ciò è avvenuto senza che nessuno dei due trascinasse o influenzasse l’altro. Ci siamo trovati in perfetta sintonia e complicità di pensieri, altrimenti non sarebbe andata così.

Entrambi siamo arrivati fondamentalmente ad un momento critico della nostra vita. 28 anni sono certamente pochi, ma non sono più 20, e sono molto vicini ai 30. Arrivati a questo punto è fisiologico per molti iniziare a pensare come ci si immagina a qualche anno di distanza.

Lavorerò ancora in questo ufficio o in questo negozio?

Punterò ogni giorno la mia sveglia alle 7 per mettermi in macchina e percorrere la tangenziale fino al mio posto di lavoro?

Rimarrò 5 giorni su 7 in attesa del weekend per poter raccogliere le forze perse durante una settimana di impegni incastrati a tutte le ore del giorno?

Continuerò a lavorare per una persona con la sicurezza di uno stipendio mensile che mi permetta di mantenere le necessità e qualche vizio?

E’ davvero questo quello che voglio?

La risposta per noi è stata abbastanza chiara e lampante.

Ci siamo resi conto di “crescere” senza crescere realmente, chiusi dentro quella famosa “gabbia dorata” che tanti nominano e che per alcuni, come noi, esiste realmente. Sentirsi soffocare in una realtà che non ci apparteneva del tutto non era una sensazione piacevole e appagante, e la famiglia e gli amici (quelli veri) erano la nostra unica grande boccata d’ossigeno. Ma non bastano loro per respirare veramente, e non possono nemmeno essere loro la leva per la nostra realizzazione personale.

Abbiamo sentito il bisogno di slegarci dal nido nel quale siamo nati e cresciuti e provare a spiccare il volo facendo quello che amiamo fare di più: VIAGGIARE.

Se non ora, quando? Fra 10 anni? Con un mutuo sulle spalle e un lavoro radicato, senza il coraggio e lo slancio che abbiamo in questo momento?

Sia chiaro, questo processo non lo vivono tutti e l’idea di realizzazione è molto soggettiva per ognuno. La Famiglia, la casa, o il lavoro stesso possono essere motivi di felicità per una persona. Ciascuno ha il suo.

Il COME.

Una volta ben chiaro il concetto si passa ai fatti. Ma il gradino più alto, cioè quello della consapevolezza della scelta fatta è superato e da qui in poi è tutto in discesa.

Prima cosa: dare le dimissioni. La facciamo molto semplice ma è effettivamente così. Basta consegnare una lettera e spiegare in maniera chiara le proprie intenzioni.

Entrambi ci siamo tenuti le porte aperte nei nostri posti di lavoro, andandocene nel migliore dei modi senza rancori o giudizi negativi. Questo è molto importante perchè non si può mai sapere la vita cosa riserva.

Prima delle dimissioni però è giusto organizzarsi e pianificarsi nel migliore dei modi. Quando abbiamo preso la nostra decisione ci siamo fatti anche tutti i calcoli per capire dopo quanti mesi partire, e come fare da quel momento in poi.

Il concetto anche questa volta è semplice: si risparmia.

Non sai nemmeno quante persone credono che per compiere una scelta come la nostra sia necessario avere il culo parato da eredità o famiglie che foraggiano. Non è così.

Certo le nostre famiglie ci sono sempre e se dovessimo avere bisogno per qualunque ragione sarebbero super disposte ad aiutarci, ma in questo caso ci siamo arrangiati.

Non è così difficile, basta saper rinunciare a molte cose per una causa maggiore, e non stiamo parlando di mangiare pane e acqua da qui all’eternità.

Si rinuncia ad uscire a cena dal Venerdì alla Domenica, si rinuncia a prendersi da vestire con cadenza mensile, si rinuncia persino ad andare in ferie ad Agosto mentre tutti ci vanno.

La spesa si fa in un discount invece che nel supermercato di prima classe, si cerca di risparmiare sulle bollette con piccoli accorgimenti che fino a quel momento non verrebbero nemmeno in mente, e si mette da parte ogni mese qualcosa.

Si calcola tutto in maniera regolare, considerando sia quanti soldi portarsi via sia quanti lasciarne a casa come cuscinetto per un eventuale ritorno.

Si può anche fare una previsione più dettagliata di quanto si spenderà in viaggio, ma per nostra esperienza personale poi le cose cambiano nel corso del tempo.

Ti garantiamo che sembra tutto complicato e laborioso visto in questo modo, ma è molto più facile farlo che dirlo.

Il DOVE.

Quello non possiamo di certo dirtelo. Noi abbiamo scelto il Sud-Est Asiatico perchè è rimasto nel cuore dal primo viaggio in Thailandia, e non c’è stato giorno in cui non abbiamo ripensato a questi posti e al benessere che ci hanno trasmesso la prima volta.

Qui è inoltre molto semplice ed economico viaggiare.

(Forse ti può interessare anche Quanto costa viaggiare un mese in Thailandia)

Sentivamo che questa parte di mondo ci stava attraendo e richiamando.

Per adesso possiamo dirti che non potevamo fare scelta migliore! Questi luoghi continuano a sorprenderci, e anche se a volte sentiamo l’esigenza di un tiramisù e del bidet (che fuori dall’Italia non sanno nemmeno come si scrive), per il resto non ci manca nulla.

Anzi, abbiamo guadagnato benessere a tonnellate, nonostante la quotidiana stanchezza.

Anche questo è un punto molto importante da tenere in considerazione. Partire per un viaggio one way NON è come partire per le ferie estive. Tantomeno se si viaggia low cost.

La stanchezza si sente molto spesso anche solo per i numerosi spostamenti da un luogo all’altro a qualunque ora del giorno o della notte. Noi abbiamo dormito molto spesso in bus che regalano più o meno di media 2 ore di sonno a notte, per poi prendere il nostro zaino una volta smontati e metterci in cammino verso l’alloggio di prima mattina.

Non si ha una casa dove aprire l’armadio per prendere una maglia, ma si ha uno zaino in una stanza diversa ogni settimana. (Per l’appunto leggete anche Viaggio zaino in spalla: cosa portare)

Non si ha una cucina dove fare colazione la mattina, ma si cammina fino al 7Eleven più vicino.

Spesso ci si ritrova incastrati in situazioni scomode e serve anche un certo spirito di adattamento. Perlomeno qui in Asia, che non è di certo come l’Europa.

Noi con il progetto The Globbers abbiamo maturato un canale di collaborazione con diverse strutture alberghiere e enti turistici dei luoghi nei quali viaggiamo. Questo ci permette di soggiornare in alcuni posti meravigliosi che probabilmente da soli non avremmo mai visto.

Abbiamo impiegato molto tempo nella costruzione e nella cura di tutti i vari canali social e del nostro sito, e anche se non abbiamo ancora raggiunto numeri da capogiro le soddisfazioni arrivano. E’ vero quando ci dicono che questa è una comodità che non tutti possono permettersi, ma dietro questa comodità ci sono parecchie ore di lavoro da parte nostra, sacrificando molte giornate in cui avremmo potuto tranquillamente essere in spiaggia a berci una birra invece che chiusi in camera davanti al pc.

Chi gestisce un blog capirà di cosa stiamo parlando!

Ad ogni modo questo è il nostro personale investimento per ora. Tantissime persone ne trovano altrettanti di ogni sorta. Basta un po’ di ingegno, e il viaggio può anche diventare un’ottima occasione per costruire qualcosa.

Non aver paura di fare passi troppo avventati se hai la possibilità e il modo di realizzare i tuoi sogni. Il tempo non te lo ridarà nessuno.

Ascolta solo te stesso e non le persone che ti dicono che è solo tempo perso. Se avessimo dato retta a queste voci l’unico panorama che avremmo continuato a vedere sarebbe stato quello dalla finestra dell’ufficio.

Non trovare scuse solo perchè “è così che devono andare le cose”.

Ci sono scelte nella vita, di qualunque natura essa siano, che vanno rischiate e affrontate. Anche a costo di un fallimento. Ma è meglio un fallimento provandoci, che un rimpianto in futuro.

Se sei disposto a correre il rischio, non ti verrà precluso nulla.

Non sappiamo come andranno le cose o che piega prenderà la nostra vita da qui ai prossimi mesi. Viaggiando ci stiamo accorgendo che comunque si aprono moltissime porte e si presentano mille occasioni.

Noi abbiamo seguito il nostro cuore per fare quello che amiamo fare, e nonostante siano passati pochi mesi per adesso siamo felici e ancora pienamente convinti della scelta fatta!